Venerdì 13 settembre 2019, 120 persone si sono messe a tavola nella platea dello storico teatro Frabboni a Savigno per una cena-degustazione-spettacolo orchestrata dalla Trattoria Amerigo 1934 e ispirata ai ricordi “tra fame e fama” di alcuni grandi attori del teatro e del cinema italiano raccolti nel mio libro “L’UOVO DI MARCELLO”, edito da Minerva nell’aprile 2019.
Avevo registrato queste interviste nei primi anni ’90 del secolo scorso. “Cos’è la fame per te?”, da questa prima domanda cominciavano a ripensare alle loro infanzie, ai primi passi nel mondo dello spettacolo (la cosiddetta “gavetta”) e al passaggio dalla fame materiale a quella di successo.
Fortunatamente avevo conservato quelle audiocassette e, dopo tanti anni, ero riuscito a convertirle in file audio da cui ho elaborato le testimonianze di ventuno fra famose attrici e attori da tempo scomparsi, introducendole con aneddoti e ricordi dei miei rapporti con loro in tanti anni di vita e lavoro con Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna. Poi mi ero messo al montaggio di quelle tracce sonore ricavandone 18 puntate di mezz’ora ciascuna per il programma Pantagruel di Rai Radio 3 Suite, grazie alla sapiente collaborazione di Laura Palmieri.
Quando Alberto lesse il libro mi propose di presentarlo a Savigno realizzando una cena-spettacolo nell’ambito dei festeggiamenti per l’Ottantacinquesimo Anniversario della nascita della trattoria, in collaborazione con Proloco Savigno, a inaugurazione del ricco calendario delle Festività settembrine di quell’anno.
Così L’uovo di Marcello ha incontrato la cucina di Amerigo e Alberto ha elaborato con Giacomo un menu ispirato alle testimonianze di Marcello Mastroianni, Dario Fo, Giorgio Gaber, Nino Manfredi, Paolo Villaggio, Paolo Poli, Nanni Loy, Eduardo e Luca De Filippo.
La serata si è aperta con il conferimento ad Alberto, Marina, mamma Giuliana e zia Marisa del Premio Confcommercio per gli 85 anni di attività di Amerigo, proseguendo poi con l’alternanza delle portate del menu, i dialoghi con Alberto e le mie introduzioni a commento delle clip audio con video originali e inediti proiettati su un grande schermo.
Prima portata: LE UOVA SODE DI GINETTO RUGGERI (Pollo Samoggia) timbrate “L’uovo di Marcello” e “L’uovo di Amerigo” assieme alla PAGNOTTELLA SEMINTEGRALE CON LA MORTADELLA “OPERA” del Salumificio Franceschini, dedicate a Marcello Mastroianni che apriva la sua registrazione così: “La fame per me… mi ricorda la mia adolescenza…”, rievocando la sua prima tournée teatrale quando nelle camere di pensioni da due soldi si cuoceva le uova tenendo il tegamino sulla fiamma di un tampone di bambagia imbevuta d’alcol in una scatolina di lucido Brill, poi risolveva la cena con una pagnottella con la mortadella.
Primo piatto: il MINESTRONE ESTIVO ASCIUTTO IN DUE TEMPERATURE DAGLI ORTI DELLA VALSAMOGGIA, ispirato dai ricordi d’infanzia di Dario Fo e Giorgio Gaber. Quest’ultimo aveva dedicato al minestrone un lungo testo in prosa con musiche nel disco “Anche per oggi non si vola”, evocandolo anche in una strofa della sua notissima canzone “Destra-Sinistra”
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
quasi tutte le canzoni son di destra
se annoiano son di sinistra
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra
Al ricordo del nonno di Nino Manfredi legato ai fagioli nella Brooklyn d’anteguerra si ispirava l’altro primo piatto di quella serata, la PASTA SPESSA DA GRANO BOLOGNA MALTAGLIATA CON FAGIOLI, che è stato introdotto dalla voce del grande attore a rievocare un’infanzia povera nella campagna della Ciociaria e le avventure nella “Merica” del nonno “alfabeta”.
Poi, LA POLPETTA BUONA DI FANTOZZI CON L’INSALATA RUSTICA, pensando a divagazioni di Dario Fo e Paolo Poli intorno all’insalata, ma soprattutto a Paolo Villaggio, a un suo delirio sulla bulimia registrato nella mia remota intervista e alle “Polpette di Bavària” impilate a provocatoria piramide nel film “Il secondo tragico Fantozzi” (1976).
Arrivati al dessert, LA BRIOCHE COL CAPPUCCINO SOLIDO non poteva che essere dedicata a Nanni Loy che, con gli occhi a mezz’asta e la parlata cantilenante con inflessione cagliaritana, rievocava il famosissimo episodio della trasmissione TV del 1965, “Specchio Segreto”, registrato in un bar in centro a Bologna, in cui inzuppava la brioche nelle bevande degli attoniti avventori, caffè, cappuccino, the, ma pure Campari Soda e Fernet.
A chiudere la serata spettava al caffè celebrato da Eduardo De Filippo nella sua commedia “Questi fantasmi” il cui protagonista Pasquale Lojacono, antieroe squattrinato, fu cavallo di battaglia anche del figlio Luca.
Per compiutezza di cronaca, il caffè era di Manuel Terzi mentre questi i tre vini serviti nel corso della cena: “Gaudium Rosé” Spumante Biologico Brut di ORO DI DIAMANTI, di Susanna Diamanti “Lefisio” Pignoletto Superiore di MASTROSASSO, di Sandro Bartolini “Bricco dell’Invernata” Barbera di GRADIZZOLO, di Antonio Ognibene
Quando la magia del teatro incontra quella della cucina e della tavola accadono piccoli miracoli come questo .
Applausi finali, meritata passerella delle brigate di sala e di cucina e ancora un ringraziamento ad Alberto per avere creduto in qualcosa di difficilmente ripetibile.
Bruno Damini
